Bevacizumab è il primo farmaco anti-angiogenesi ad allungare la sopravvivenza nei pazienti con carcinoma colorettale metastatizzato
Uno studio clinico di fase III ha dimostrato che il Bevacizumab ( rhuMAb-VEGF , Avastin ), associato alla chemioterapia allunga la sopravvivenza nei pazienti con carcinoma colorettale metastatizzato rispetto alla sola chemioterapia.
Il Bevacizumab è un anticorpo monoclonale che inibisce VEGF ( Vascular Endothelial Growrh Factor ) , una proteina chiave nel processo di angiogenesi.
Un totale di 800 pazienti è stato randomizzato a ricevere Bevacizumab associato alla chemioterapia ( 5-Fluoro Gracile / Leucovorin / CPT-11 ; n=403 ) o solo chemioterapia (n=412).
Nel gruppo Bevacizumab + chemioterapia si è avuto un aumento della sopravvivenza media di circa 5 mesi rispetto al gruppo trattato con la sola chemioterapia ( 20,3 mesi versus 15,6 mesi, rispettivamente ).
Il tempo medio alla progressione della malattia è aumentato del 71% passando dai 6,2 mesi nel braccio chemioterapia a 10,6 mesi nel braccio Bevacizumab + chemioterapia.
Inoltre è stato osservato sempre nel gruppo in cui l’anticorpo è stato aggiunto, un miglioramento della percentuale di risposta totale: 45% versus 35%.
La durata dalla risposta è aumentata da 7,1 mesi con la chemioterapia a 10,4 mesi con l’associazione Bevacizumab + chemioterapia.
L’aggiunta del Bevacizumab alla chemioterapia è risultata ben tollerata Ipertensione di grado 3 si è presentata nel 10,9 % dei pazienti trattati con Bevacizumab + chemioterapia.
La proteinuria di grado 3 si è presentata nella stessa percentuale nei 2 gruppi ( 0,8%), mentre il sanguinamento è stato registrato nel 3,1% dei pazienti trattati con l’associazione e nel 2,5% dei pazienti sottoposti alla sola chemioterapia.
L’incidenza di tromboembolismo è stata del 19,3% tra i pazienti trattati con l’associazione e 16,1% nei pazienti riceventi la sola chemioterapia.
L’incidenza di perforazione gastrointestinale, seppur rara, può aumentare con l’aggiunta del Bevacizumab alla chemioterapia. ( Xagena2003 )
Fonte: 39th Annual Meeting / American Society of Clinical Oncology (ASCO) 2003
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